Orientamento gestaltico della scuola di psicoterapia
La Terapia della Gestalt, coerentemente all’indirizzo umanistico in cui si inscrive come orientamento nella psicoterapia, si pone quale “terza via” tra: la psicoanalisi e il comportamentismo.
Nel caso della Gestalt il termine di “terza via” non sta ad indicare genericamente un orientamento che intende differenziarsi dai precedenti ma che dei due orientamenti esprime una derivazione ed una tendenza integrativa ed evolutiva.
L’orientamento è quello che si ispira alla fase più matura della esperienza professionale ed umana di Perls e cosiddetta “californiana”. Appartengono alla West Coast i Maestri che Riccardo Zerbetto ha seguito in questi 40 anni e che sono, in successione e senza discontinuità, Barrie Simmons, Isha Blumberg e Claudio Naranjo (ora candidato anche al premio Nobel).
La Scuola adotta la “Teoria del sé” come fondamento epistemologico dell’approccio gestaltico, coerentemente con l’impostazione presentata nel testo teorico di riferimento “Gestat Therapy” di Perls, Goodman ed Hefferline.
A questa impostazione di base, Riccardo Zerbetto integra una sua originale rielaborazione delle “funzioni di contatto” nella relazione Organismo/Ambiente su cui viene sviluppato un percorso esperienziale collaudato in oltre 30 anni di esperienza teorico-clinica e che rappresenta anche il modello di riferimento per una rivisitazione della psicopatologia in chiave gestaltica.
L’indirizzo è quindi autenticamente gestaltico ma si integra inevitabilmente alla formazione professionale di Riccardo Zerbetto (un training quadriennale in psicoanalisi, uno completo in terapia familiare e 10 anni di formazione nella carattero-analisi reichiana) unitamente alla formazione nella PNL, EMDR e approccio relazionale di Donatella de Marinis (DDM) e approcci di derivazione cognitivista, bioenergetica, sistemico-relazionale e analitica di altri didatti della Scuola.
Negli ultimi anni è stato integrato nel modello gestaltico quello di derivazione junghiano-hillmanniano con particolare attenzione alla psicologia archetipica.
Nell’approccio definito del “tripode delfico” viene integrata una grande attenzione alla tradizione di derivazione analitica freudiana (che dà molto valore alla ricostruzione dei condizionamenti del passato) alla prospettiva “entelechiale” dell’approccio junghiano che sottolinea la dimensione del futuro verso cui ci stiamo muovendo con quella gestaltica che sottolinea la realtà del “presente” in cui ci muoviamo.
Una particolare attenzione, nella prospettiva riferita, viene riservato alla dimensione del sogno come “messaggio immaginale” che, attraverso un lavoro gestaltico-esperienziale, comporta un puntuale auto-disvelamento di parti del sé scisse e che chiedono di essere integrate in un processo di più evoluta consapevolezza.
Il fatto che tutte le componenti dei sogni esprimono parti del sognatore viene enfatizzato sia da Perls che da Jung. Di qui la stretta correlazione tra i due modelli, con particolare riferimento all’uso della “immaginazione attiva” presentata da Jung ne’ Il Libro Rosso e sviluppata in ambito gestaltico con ampio uso della drammatizzazione come occasione di percorso esperienziale e non interpretativo al contenuto onirico.
Nella impostazione umanistico-esistenziale della Scuola è rilevante lo spazio riconosciuto alle “scienze umane” come la filosofia, la mitologia, la letteratura e l’arte in generale. Tale componente si esprime in viaggi annuali di studio in Grecia e Medio oriente (15 “Periegesi” sino ad ora), in Sicilia in occasione della rappresentazione delle tragedie a Siracusa. In occasione di tali viaggi sono state organizzate giornate di studio a Naxos su Arianna (i cui atti sono in corso di stampa), a Cipro e Citera su Afrodite, a Siracusa su Oreste e Medea ed è in programma quello su Orfeo in Tracia.